Il diario di Anna Frank fa parte
della memorialistica sulla guerra.
Anna scrive, il 15 luglio 1944:
« "la gioventù , in fondo, è più
solitaria della vecchiaia."
Questa massima che, ho letto
in qualche libro mi è rimasta in mente
e l’ho trovata vera; è vero che qui
gli adulti trovano maggiori difficoltà che i giovani?
No, non è affatto vero.
Gli anziani hanno un’opinione su tutto,
e nella vita non esitano più prima di agire.
A noi giovani costa doppia fatica
mantenere le nostre opinioni in un tempo
in cui ogni idealismo è annientato e distrutto,
in cui gli uomini si mostrano
dal loro lato peggiore, in cui si dubita della verità,
della giustizia e di Dio.
Chi ancora afferma che qui nell’alloggio segreto
gli adulti hanno una vita più difficile,
non si rende certamente conto della gravità
e del numero di problemi che ci assillano
, problemi per i quali forse noi siamo troppo giovani,
ma ci incalzano di continuo sino a che,
dopo lungo tempo, noi crediamo di aver trovato
una soluzione;
ma è una soluzione che non sembra capace
di resistere ai fatti, che la annullano.
Ecco la difficoltà di questi tempi:
gli ideali, i sogni, le splendide speranze
non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti
e completamente distrutti dalla crudele realtà.
È un gran miracolo che io non abbia rinunciato
a tutte le mie speranze perché esse
sembrano assurde e inattuabili.
Le conservo ancora, nonostante tutto,
perché continuo a credere
nell’intima bontà dell’uomo.
Mi è impossibile costruire tutto sulla base
della morte, della miseria, della confusione.
Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto,
odo sempre più forte il rombo, l’avvicinarsi del rombo
che ucciderà noi pure,
partecipo al dolore di milioni di uomini,
eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto
volgerà nuovamente al bene,
che anche questa spietata durezza cesserà,
che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.
Intanto debbo conservare intatti i miei ideali;
verrà un tempo in cui forse saranno ancora attuabili.»
Anna Frank, op. cit. , 15 luglio 1944, pp 268-268.